Moto Guzzi è forse il marchio italiano più famoso per gli amanti delle moto, sicuramente non il più antico (la casa è stata fondata nel 1921) ma – sorpresa – è l’unica casa europea le cui operazioni non sono mai state interrotte da passaggi di società, crisi economica, fallimenti o altro. Moto Guzzi è, in altre parole, la storia della moto in Italia.
Fondata da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi link text, è una delle case motociclistiche che ha maggiormente investito nella sperimentazione e ha introdotto notevoli migliorie e innovazioni nei propri modelli. È stata, per esempio, la prima azienda a prevedere il cavalletto al centro della moto, e la prima a costruire dei tunnel del vento per testare i propri prototipi.
Come accaduto ai corrispettivi esteri durante la Prima guerra mondiale, la storia di Moto Guzzi è legata a doppio filo all’uso militare: per ovvie ragioni legate alla sua età anagrafica, questo legame si rafforza con la Seconda guerra mondiale e non già la prima, quando quasi l’intera produzione delle moto di casa Guzzi è indirizzata alle necessità del Regio Esercito Italiano. Anche prima della guerra, tuttavia, risultava essere il maggior produttore italiano di motociclette – con le Triumph, le Harley-Davidson o le Royal Enfield praticamente sconosciute sul territorio anche a causa del protezionismo da parte del regime fascista.
L’ingresso nella leggenda
È dopo la fine del conflitto che Guzzi è entrata definitivamente nella leggenda, specializzandosi anche in modelli destinati alle gare che hanno conquistato appassionati e non grazie alla felice unione di design all’avanguardia e tecnologia pionieristica: basti pensare che con piccole variazioni apportate di volta in volta, Guzzi ha continuato a utilizzare lo stesso motore per circa 45 anni sui diversi modelli lanciati sul mercato. O che la concorrenza era tranquillamente invitata a testare i propri prototipi nella storica sede di Mandello del Lario, perché Guzzi e Parodi erano sicuri del livello “inferiore” degli avversari.
La società è entrata in crisi con la morte dei suoi fondatori. Fino a quando a risollevarla arrivò proprio il gruppo Benelli, con l’acquisizione nel 1973 da parte di Alejandro De Tomaso, il quale a sua volta aveva acquistato l’azienda pesarese: Guzzi comincia a lavorare in parallelo su moto dalle prestazioni elevate, perfette per l’attività agonistica, e su quelle “da viaggio”, e raggiunge nuove vette di prestigio internazionale.
Nuovi cambi societari sono arrivati nel 2000 (acquisizione da parte dell’Aprilia) e nel 2004 (l’Aprilia andò in crisi essendosi eccessivamente esposta a rischi aziendali dopo aver acquisito Guzzi). Proprio l’Aprilia, insieme ai suoi marchi sussidiari tra i quali anche un’altra storica ditta come Laverda, fu acquistata dalla Piaggio. La gestione Piaggio ha segnato la stagione del rilancio Guzzi, ormai riconosciuta come icona a livello mondiale.