La moto diventa… Moto

Il vero boom della motocicletta arriva all’improvviso e, cosa surreale, arriva grazie alla Prima guerra mondiale. Per lunghissimo tempo la motocicletta è stata infatti sinonimo di automezzo militare, salvo poi arrivare nel mondo civile come icona di ribellione. Ironico, no? Come se un carroarmato fosse divenuto col passare degli anni il mezzo usato dalle generazioni giovani per eccellenza… Incredibile che sia successo in questi termini, ma per la moto è andata proprio così.

Non sappiamo a chi si debba questa intuizione, ma qualcuno ai vertici dell’esercito inglese capì che una motocicletta poteva essere fondamentale per trasportare personale militare in possesso di comunicazioni sensibili. Dispacci verso e da il fronte, ordini ufficiali e anche materiale medico: un motociclista poteva effettuare questi tipi di trasporti senza dare nell’occhio come avrebbe fatto una colonna di automezzi, e per di più potendo andare più veloce.

A questo punto della storia del veicolo, infatti, compare anche la necessità di andare da un punto A a un punto B più in fretta rispetto a un’automobile o una camionetta: è così che i principi dell’aerodinamica iniziano a essere applicati al design industriale della moto. Ed è qui che nasce il concetto della motocicletta moderna, che comincia davvero a somigliare a quelle che vediamo nelle nostre strade anche oggi.

Una delle più famose di questo periodo è la Model H della Triumph link text, prodotta per le truppe inglesi ma venduta anche a quelle statunitensi. Questo tipo rimase così legato all’immaginario dell’uso “in battaglia” che fu prodotta solo nel periodo della guerra, con la produzione che andò diminuendo subito dopo la fine delle ostilità fino ad arrestarsi completamente nel 1923.