Per il grande pubblico la sigla BMW è sinonimo di efficienza e di macchine potenti ed eleganti, ma spesso si dimentica che la stessa azienda produce da sempre anche motociclette, da alcuni anni immesse sul mercato da una sussidiaria specializzata, la “BMW Motorrad” , costituita proprio per distinguere i due rami principali della casa tedesca.
La storia di BMW link text inizia nel 1917, quando viene fondata ufficialmente per produrre motori d’aereo: nel 1920 a questa prima linea viene affiancato il lavoro sulle motociclette, che in quegli anni erano più remunerative grazie a un costo ovviamente assai più contenuto. Balzare in sella – per così dire – alla moda del momento volle dire entrare in contatto con i vertici delle forze armate, per i quali le moto erano strategiche. Per questo motivo BMW è stato sinonimo di esercito tedesco, per il quale ha costruito due ruote per l’intero periodo della Seconda guerra mondiale. In particolare è il modello R75 a diventare sinonimo di flessibilità e affidabilità, perché prodotto per tutti i fronti, da quello africano a quello russo.
Con la fine della guerra, la BMW inizia a proporre sul mercato sia modelli sportivi che da turismo, pur cercando di mantenere i costi bassi mantenendo il design sempre più o meno invariato (il che continuerà per un periodo di circa vent’anni): questo perché essenzialmente gli investimenti elevati nel reparto automobilistico avevano dato risultati deludenti dal punto di vista delle vendite, per quanto possa sembrare pazzesco, e di conseguenza a risentirne erano state le moto, in sofferenza rispetto al boom delle quattro ruote. Per pochissimo l’azienda fu addirittura sul punto di chiudere: il rilancio arrivò a cavallo fra anni Sessanta e Settanta, con la presentazione della ormai leggendaria serie “/5”.
Da allora, per usare un’espressione davvero motociclistica, per la BMW è stata tutta discesa: fra presentazioni di linee speciali e di sviluppo, questo brand è realmente il re tedesco del settore.