Nata nel 1926, è considerata la rivale più acerrima della Guzzi, protagonista della scena motociclistica italiana soprattutto a livello agonistico – ma non esclusivamente. Nata a Bologna inizialmente come “start-up” (adesso la si chiamerebbe così!) in ambito di tecnologia radiofonica grazie al genio dei figli del fondatore Antonio Cavalieri Ducati, iniziò a produrre moto solo nel 1946, dopo un periodo drammatico in cui i suoi stabilimenti furono occupati dalle truppe naziste.
Motociclette “per errore”
La prima produzione in campo motociclistico di casa Ducati in realtà fu un semplice motore: si chiamava Cucciolo, e in onore alle prime intuizioni dei pionieri dell’ambito due ruote di fine 1800, doveva essere solo agganciato a una normale bicicletta, permettendo dunque la sua trasformazione in un veicolo alimentato da combustibile liquido. Fu un successo inaspettato, talmente grande che non si riuscì a tenere dietro alle richieste del mercato. Non altrettanto bene andò a “Sogno”, che non era un motore ma una macchina fotografica di ridotte dimensioni ma dai rullini di difficile reperibilità. Per evitare scossoni societari, la Ducati fu quindi divisa in due: Ducati Elettrotecnica (e gli esperimenti nell’ambito della fotografia furono abbandonati) da un lato e Ducati Meccanica dall’altro. Quest’ultima era dedicata alla sola progettazione di motociclette.
La storia della Ducati è stata poi caratterizzata da due eventi significativi, uno positivo e l’altro negativo: da un lato, è fondamentale la figura del progettista Fabio Taglioni, “papà” di centinaia di modelli diversi, che disegnò per l’azienda per trent’anni, imprimendo una fortissima personalità alle due ruote bolognesi. Dall’altro, non può essere dimenticato che la società fu gestita da Finmeccanica, quindi dallo Stato, a partire dal 1975: in sofferenza a causa della concorrenza dell’industria motociclistica estera, in particolare quella giapponese, il governo decise di concentrarsi sulla produzione di motori industriali e le moto furono pressoché dimenticate, con pochissimi modelli prodotti fra anni Settanta e inizio dei Novanta.
Un primo tentativo di rilancio è risalente agli anni Novanta, quando la Ducati fu acquisita dagli americani del Texas Pacific Group, mentre il secondo risale al 2012, con l’ingresso nella famiglia Lamborghini. Questa è la Ducati che i fan del Motomondiale conoscono e amano, con un reparto corse (Ducati Corselink text, appunto) che si occupa da sempre solo di sviluppo e progettazione dei modelli destinati all’attività agonistica: e con un successo che è indiscutibile, visto che fra categorie Supersport, Superstock 1000 e Superbike, dal 1990 in avanti Ducati ha vinto ben 20 campionati del mondo.